“Il partito del cemento uccide”, questo titolo comparso in prima pagina sul “Fatto Quotidiano” di ieri 18 maggio, a proposito delle alluvioni che hanno colpito la Romagna, esprime una evidente verità.
Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2023 |
L’Emilia Romagna è una delle regioni con il più alto tasso di consumo di suolo ed ora è devastata da alluvioni che hanno provocato ad oggi quattordici vittime.
Peccato però che quando si concepiscono e si approvano nuove costruzioni e strade si pensa solo ai vantaggi immediati per i proprietari dei terreni, in termini monetari, e per i politici, in termini di consenso, spacciando tutto ciò per crescita e sviluppo, ma non si pensa ai danni futuri, tutti a carico della collettività.
E così il partito del cemento ha potuto uccidere indisturbato e non solo in Romagna.
Certo, la Toscana non ha il tasso di consumo di suolo delle regioni del nord, solo perché ha meno pianure, ma Bagno a Ripoli è uno dei comuni dal più alto tasso di consumo di suolo, cemento ed asfalto avanzano inesorabilmente, l’assetto idrogeologico dell’alta valle dell’Isone viene stravolto dai lavori della terza corsia autostradale, nuovo cemento ed asfalto per costruzioni non necessarie, sia in pianura che in collina, arriverà dai piani urbanistici in via di approvazione.
Non crediamo bastino i limiti ai coefficienti di impermeabilizzazione per impedire all’acqua di scivolare via invece di essere trattenuta dal terreno ed è evidente che anche a Bagno a Ripoli i rischi di inondazioni devastanti aumenteranno.
Si possono realizzare le casse di espansione e i bacini di laminazione che si vogliono, ma essenziale è dire basta al consumo di suolo.
La legge regionale Marson sul governo del territorio ed il PIT (Piano d’Indirizzo Territoriale) sono strumenti concepiti apposta per questo scopo, basta smettere di aggirarli e calpestarli come fanno i piani urbanistici comunali compresi quelli di Bagno a Ripoli!
Visto quello che combinano gli enti locali, è necessaria ed urgente una legge nazionale sul consumo di suolo; i cambiamenti climatici, con i fenomeni estremi sempre più frequenti che producono, non aspettano.
Grazie per l' ottima iniziativa e per questo articolo che riassume perfettamente i termini del problema. Complimenti!
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