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Grazie, Professore

Non c’è stato Comitato o Associazione che non abbia chiesto un consiglio su un “questione complicata” al prof. Angelo Baracca. Chi voleva aggiornamenti da divulgare sulla questione del nucleare, sulla crisi climatica, sulla guerra o altro ancora, c’era Angelo disponibile. Lui sapeva tutto, era aggiornato su tutto, leggeva tutto, soprattutto dai media esteri e soppesava tutte le informazioni in modo critico.

Abbiamo fatto così anche noi de L’A.R.C.A. quando abbiamo voluto affrontare un tema di estrema attualità, come i cambiamenti climatici, e riportarlo all’attenzione dei cittadini di Bagno a Ripoli. Il prof. Baracca, già sofferente, ha comunque dato la sua ampia disponibilità ed è intervenuto, da remoto il 5 maggio scorso, offrendoci la sua relazione sul tema “Più veloce del previsto: impatti climatici e punti di non ritorno nel sistema Terra” che possiamo leggere su questo link.

Ora, il Professore se n’è andato.  A tutti i compagni e le compagne, a tutti gli amici e conoscenti, aveva inviato un messaggio di addio e un abbraccio virtuale, da cui traspare una incredibile consapevolezza della sua fine e, quindi, una grande dignità e un grande coraggio. Anche solo da questo possiamo capire la grandezza di questo uomo, se non bastasse la sua lunga storia di docente, di militante attivista, di divulgatore e di convinto pacifista, mai sceso a compromessi con il potere.

Il Professore ha scritto tantissimo su Il Manifesto e su Pressenza, unendo l’approccio pacifista a quello ecologista.

La sua ultima apparizione è stata il 28 maggio quando ha presentato a Roma il suo libro “La Nato e i misteri d’Italia” (Left edizioni) nell’ambito dell’EireneFest, il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, anche se nella nonviolenza non si identificava. La sua lotta per la pace nasceva da altri presupposti. Era un marxista e lo è stato fino alla fine.

Chi ha avuto il privilegio di incontrarlo per l’ultima volta, ci ha riferito di “una persona serena, capace di affrontare l’ultima difficile prova con una calma impressionante”, convinto “di aver dato tutte le sue energie, senza riserve”. Infatti, pur consapevole della desolante e tragica situazione politica e sociale, non ha mai mancato al suo impegno di uomo di scienza e di attivista politico.

È questa l’eredità che ci lascia e che dobbiamo raccogliere.

Grazie, Professore.

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