Il prossimo 31 luglio è all’ordine del giorno del Consiglio Comunale l’approvazione definitiva del Piano Strutturale e del Piano Operativo.
Come è noto, i nuovi piani prevedono consistenti previsioni edificatorie nel Pian di Ripoli e in collina, non supportate da alcuna necessità della popolazione.
Il dimensionamento è stato ridotto, ma ciò che rimane è comunque una quantità consistente che verrà attinta dai metri quadri da costruire previsti dai piani precedenti e non utilizzati.
Tuttavia, quelle previsioni risalgono al 2015 e a loro volta confermano previsioni risalenti al Piano Strutturale del 1999.
Nell’arco di 24 anni, però, tante cose sono cambiate: la popolazione è ulteriormente diminuita, il mercato immobiliare è in crisi e soprattutto in questi ultimi anni i cambiamenti climatici si sono fatti sentire con crescente intensità, come stiamo sperimentando ormai quotidianamente.
Anche nel nostro territorio gli eventi estremi non sono più un’eccezione, ma sono destinati a ripetersi con maggiore frequenza; si pensi ai nubifragi dell’agosto 2022 e del maggio 2023, che si sono alternati a siccità ed ondate di calore.
Ma si pensi anche a ciò che sta accadendo proprio in questi giorni, con il nord devastato da nubifragi (dopo la doppia alluvione in Romagna a maggio) ed il sud devastato da incendi; presto toccherà di nuovo anche al nostro territorio.
La gravità della situazione, confermata dalla comunità scientifica, impone un immediato cambiamento delle politiche di governo del territorio, per evitare di contribuire ulteriormente al riscaldamento globale e di aggravare le conseguenze dei fenomeni estremi.
È risaputo infatti che una politica basata sulla crescita infinita attraverso lo sfruttamento anche edilizio del territorio non ha più futuro e porterà solo danni a noi e alle prossime generazioni.
I nuovi piani che si vorrebbero approvare, invece, prevedono che per Bagno a Ripoli questa politica debba essere seguita anche per i prossimi quindici / vent’anni.
E così si prevedono la quasi definitiva cancellazione del Pian di Ripoli, come zona agricola che ci separa dalla città, lo sbancamento delle colline nelle frazioni e in via del Carota per la nuova scuola americana, la realizzazione indiscriminata di piscine nonostante la crisi idrica.
È innegabile che queste previsioni, per quanto le si voglia ammantare di apparente sostenibilità, provocheranno danni paesaggistici ed ambientali irreversibili: la ulteriore impermeabilizzazione del suolo impedirà all’acqua di essere assorbita naturalmente dal terreno e si riverserà con maggiore violenza su strade, case e torrenti già stravolti (come l’Isone a seguito del rimodellamento della valle nella zona di San Donato); il suolo costruito non assorbirà più l’anidride carbonica che verrà rilasciata in atmosfera; si accentuerà il fenomeno delle isole di calore; la crisi idrica si aggraverà
con l’aumento delle piscine.
Tutto ciò non è catastrofismo ambientalista, sono gli impatti del consumo di suolo così come verificati da scienziati ed esperti.
Voi stessi consiglieri sapete benissimo che al momento del voto in consiglio non siete legati da vincoli di mandato imperativo, ordini di partito o imposizioni di altro genere.
Siete solo voi con la vostra coscienza davanti ad un bivio: approvare il piano rinnovando scelte politiche che condizioneranno negativamente il futuro delle nuove generazioni o ripensarci in vista di nuove scelte dettate finalmente dall’esigenza di evitare ulteriori danni ambientali e paesaggistici.
Per contrastare i cambiamenti climatici tutti, nel nostro piccolo, dobbiamo dare il nostro contributo e questo vale non solo per i cittadini, con le loro azioni virtuose, ma anche e soprattutto per coloro che governano il territorio.
Un’altra soluzione è possibile, perché il territorio sia vitale e produttivo senza danni all’ambiente e al paesaggio.
Il settore edilizio può prosperare con la ristrutturazione e l’efficientamento del consistente patrimonio edilizio esistente, che devono essere incentivate; l’esperienza del superbonus, sia pure con alcuni difetti da correggere, conferma che ciò è possibile.
L’agricoltura ha dimostrato di prosperare anche nel Pian di Ripoli, prima di essere espulsa dai vari interventi previsti.
Insomma, siete ancora in tempo per fermarvi, è ancora possibile ridiscutere le scelte assieme a cittadini ed associazioni; sarebbe quasi preferibile lasciare alla nuova amministrazione la possibilità di fare scelte diverse, invece che vincolarla per anni a previsioni dannose ormai non più in linea con la situazione attuale.
Avete quindi una grossa responsabilità politica e storica verso i cittadini e le future generazioni; non perdete l’ultima occasione per rivedere scelte che, se confermate, si riveleranno dannose per tutti.
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