Venerdì scorso, a meno di ventiquattro ore prima dell’inizio della nostra manifestazione contro la realizzazione con denaro pubblico del parcheggio provvisorio in via Granacci a servizio del Centro Sportivo, il Sindaco Casini ha dichiarato che le nostre valutazioni sarebbero “ferme ad una vecchia ipotesi progettuale per un parcheggio a pagamento per non residenti (dunque un investimento, con un ritorno della cifra spesa stimata in 80 giorni) passata dalla giunta un mese fa e che è ormai superata, avendo disponibilità di aree già idonee alla sosta senza la necessità di fare ulteriori interventi.”
Il Sindaco ha poi rivolto un rimprovero alla nostra Associazione: “prima di lanciare petizioni ‘fast fast fast’ o addentrarsi in iniziative dal sapore politico, è consigliabile chiedere informazioni al sindaco e all’Amministrazione”.
Eppure, le precedenti dichiarazioni del Sindaco erano molto chiare: realizzazione di un parcheggio provvisorio in via Granacci a servizio del Centro Sportivo con attraversamento semaforico. Dichiarazione riportata da QuiAntella il 13 febbraio scorso.
Il tutto perché il Centro Sportivo non ha previsto, come avrebbe dovuto fare in base alle vigenti norme urbanistiche, un parcheggio per gli spettatori all’interno della sua area, ritenendo di poter utilizzare il previsto parcheggio scambiatore per la tranvia.
Questa situazione, pare nascere da un diniego della Soprintendenza, di cui non v’è traccia negli atti della variante urbanistica, ma a cui si poteva ovviare in ogni caso sacrificando un campo da calcio e la Soprintendenza non avrebbe certo fatto problemi.
Comunque sia, adesso il parcheggio scambiatore è in ritardo e il Sindaco ha pensato bene di correre ai ripari facendo il parcheggio provvisorio a spese della collettività.
La delibera di Giunta di un mese fa (quindi non così vecchia!) non fa ovviamente alcun cenno al Centro Sportivo, trincerandosi dietro la necessità di un parcheggio scambiatore provvisorio da realizzare ora, anche se la tranvia, il terminale dei bus extraurbani e lo scudo verde non ci sono ancora.
Motivazione quindi palesemente pretestuosa, considerate anche le vere ragioni indicate dal Sindaco nelle sue dichiarazioni mai smentite.
La delibera è tuttora valida ed efficace, non essendo state pubblicate delibere successive che la revocano o la modificano e, infatti, stando a quanto riportato sempre da QuiAntella lo scorso 11 marzo nell’articolo sulla nostra manifestazione non smentito, l’ipotesi di collocare il parcheggio nella via Granacci non è ancora tramontata.
L’altra ipotesi tirata fuori da Casini per la prima volta venerdì scorso, come riportato da QuiAntella nel citato articolo, è quindi solo un’ipotesi alternativa, che ancora non ha superato quella di via Granacci e che è tesa comunque ad evitare che l’afflusso di tifosi da Firenze e dintorni saturi i parcheggi di Bagno a Ripoli creando problemi ai residenti, quindi è pur sempre al servizio del Centro Sportivo.
Ad oggi, comunque, questa soluzione alternativa non è ancora cristallizzata in alcun atto ufficiale pubblicato o comunque divulgato.
È anche doveroso precisare che nella delibera sul parcheggio di via Granacci si parla di sosta a pagamento senza distinguere fra residenti e non residenti; il costo per la collettività sarebbe quindi duplice: prima gli € 150.000 per fare il parcheggio, poi il pagamento della sosta per recuperare la somma spesa.
Rimane il fatto che le problematiche alla sosta provocate da una struttura privata, quale è il Centro Sportivo, non possono essere risolte a spese della collettività.
Quanto dichiarato dal Sindaco, quindi, non ha tolto validità alle ragioni della nostra manifestazione, che si è tenuta regolarmente con un buon riscontro da parte della popolazione.
Spiace constatare che un confronto diretto con il Sindaco, peraltro incomprensibile visto che nulla era stato comunicato su eventuali modifiche di una delibera recente, avrebbe portato ad avere notizie non esatte.
Bisogna poi ricordare che tutte le volte che quest’Associazione ha cercato, assieme ad altre, un confronto con l’Amministrazione su questioni importanti come il Parco di Ripoli e la ricollocazione degli attrezzi della civiltà contadina, l’atteggiamento è stato di totale rifiuto di avviare il benché minimo dialogo.
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